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GUIDA TURISTICA

Camerano Casasco


LA STORIA

Il doppio nome del paese deriva dall' unione in una sola Comunità degli insediamenti di Camerano e di Casasco avvenuta alla fine del XVIII secolo. Il territorio di Casasco era già popolato in età romana: una lapide rinvenuta in loco menziona infatti Nerva, imperatore del I secolo d.C.; il suffisso -asco però fa ipotizzare una precedente origine ligure. La prima citazione di Camerano risale invece al 1198: i suoi feudatari locali assumono il cittadinatico astese, con i benefici e gli obblighi che ne derivano. Secondo lo stesso documento, il vescovo d'Asti avrebbe fondato Camerano una trentina d'anni prima nella parte meridionale del territorio di Casasco, con la collaborazione dei domini de Ripa. Pure nel 1198 ricevono il cittadinatico astese i feudatari di Casasco. Le vicende dei due feudi sono contrassegnate dall'avvicendamento di diversi feudatari: tra questi, il primato di durata  -per entrambi i feudi- è detenuto dagli Asinari. Il feudo di Camerano venne eretto in contea nel 1530 dall'imperatore Carlo V; dopo la confluenza nei domini sabaudi, venne ceduto ai Del Carretto (1702). Il castello più antico del luogo era sorto in regione Castellazzo: di esso si conserva il solo toponimo. Anche del secondo castello, distrutto dalle truppe del Brissac a metà del secolo, nulla è rimasto. Rimane il terzo, una villa forte, nota col nome della famiglia Balbo che ne ebbe il possesso. Il castello esistito a Casasco sarebbe stato distrutto nel 1417; anche di questo edificio nulla è rimasto, mentre quello che oggi osserviamo è opera settecentesca.

APPUNTI PER UNA VISITA

La parrocchiale di S.Lorenzo sorge in Camerano, a poca distanza dal municipio, in piazza Cesare Balbo. Di fondazione antichissima, l'edificio attuale, di forme barocche, risale al '700. Ad unica navata presenta, all'interno, bei marmi policromi ed importanti stucchi figurativi. Non distante dalla chiesa vi è l'imponente Palazzo Balbo. Questo straordinario complesso, d'impianto seicentesco, sorge sulle fondamenta del castello di Camerano, possesso degli Asinari, distrutto dai francesi nel Cinquecento. Vi risiedette Cesare Balbo tra il 1821 e il 1834. La chiesa di S.Antonio, sede della Confraternita, è situata all'incrocio di via Marconi con via A.gatti e via F.Vercelli. Isolata, in un'area boschiva, sorge la chiesa romanica di S.Bartolomeo, piccolo edificio immerso nel bosco. Punto panoramico sull'ambiente circostante è il poggio dell'antico castello, con annesso il 'vecchio forno comunale', ristrutturato, corredato di antichi attrezzi per la lavorazione del pane. A circa 1 km a nord di Camerano vi è il piccolo insediamento medioevale di Casasco. Nello stesso piazzale ov'è situata la barocca chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, si affaccia il castello. A pianta rettangolare, è formato da una serie di corpi di fabbricato appartenenti a epoche diverse. L'edificio che risale al Settecento, ha subito in seguito ripetute modifiche. Nella borgata, vi è anche un vecchio mulino del '600.

GLI STUCCHI DELLA PARROCCHIALE DI S.LORENZO

La parrocchiale di Camerano Casasco, dedicata a San Lorenzo, di fondazione antichissima, si presenta oggi nelle forme barocche della ricostruzione del '700. Ad unica navata, si segnala per la presenza, al suo interno, di bei marmi policromi e, soprattutto, di importanti stucchi figurativi. L'esuberante decorazione a stucco, che riveste il presbiterio, l'abside e le quattro cappelle laterali -intitolate a S.Carlo Borromeo, all'Annunciazione, a S.Francesco d'Assisi e alle Vergini martiri -è stata oggetto di un recentissimo intervento di restauro. Si ritiene che la decorazione sia stata realizzata nel secondo decennio del '600, soprattutto per impulso della contessa Margherita Asinari, moglie di Francesco Asinari della famiglia dei Signori di Camerano, che esercitava anche il patronato sulla chiesa parrocchiale. Al momento del restauro gli stucchi si presentavano ricoperti da quattro strati di precedenti ridipinture. Ogni strato corrispondeva ad una campagna decorativa o di rimaneggiamento che -a partire dal tardo Settecento- ha variato l'aspetto interno del sacro edificio, comportando anche integrazioni murarie e l'inserimento di nuovi arredi come la cantoria. Il restauro, con l'eliminazione di tutti quesi strati, ha messo nuovamente in luce la superficie originaria del modellato a stucco, facendo riemergere gli sgargianti colori delle riquadrature marmoreggiate delle pareti e delle nicchie animate da figure a tutto tondo, le eleganti finiture dei partiti decorativi eseguiti con alta maestria, i dettagli descrittivi e il tono 'comunicante' delle figure. Non è facile, oggi, dare un nome all'equipe di stuccatori che ha lavorato nelle quattro cappelle ma -viste le frequentazioni del committente conte Francesco Asinari con la corte sabauda (fu da Carlo Emanuele I nominato ambasciatore presso la Repubbila Veneta) - si pensa a stuccatori luganesi, attivi qualche anno più tardi per la corte ducale. Momenti di vita di Cristo e della Vergine, figure di Santi e di Profeti, angeli, oggetti e simboli sacri, scene miracolose, popolano la ricca e scenografica decorazione.

 







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