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GUIDA TURISTICA

Cortanze


CENNI STORICI

Curtis Ansens fu,in origine, una delle tante corti create nell'astigiano nell'alto medioevo. Questa 'corte',sorta in epoca franca e trasformatasi in un centro abitato da contadini, viene per la prima volta citata nel 933. La signoria locale che successivamente si forma è vassalla del vescovo d'Asti. Il castrum Cortanserii esiste già nel 1153 quando il papa ne conferma il possesso al vescovo d'Asti. Nel 1198 molti castellani della zona stringono alleanza con Asti, in lotta col marchese del Monferrato; tra questi, anche Uberto, detto il 'Malpassuto', signore di Cortanze. All'iniziativa di Asti, volta a rafforzare e presidiare i propri confini, si deve anche la fondazione di Montechiaro, un insediamento non lontano da Cortanze. Attorno al 1328 il castello passa in proprietà ai Pelletta, potente famiglia astigiana che già vanta diversi possedimenti nell'area. Ma nel 1357 la popolazione si ribella costringendo i Pelletta a rinunciare ad alcune tasse e privilegi. Saranno loro a riedificare il castello su cui domineranno fino al 1520, passando atraverso alterne vicende tra cui la temporanea privazione dei loro feudi ad opera del papa nel 1472, causa l'accusa di omicidio di un loro zio. Declinata la fortuna dei Pelletta, Cortanze lega la sua sorte ai Roero. Sin dal 1435 un personaggio di questa famiglia, Opicino Roero, risulta investito di una parte del feudo. Ma l'esclusiva titolarità dei Roero di Cortanze si ha soltanto nel 1622 e si protrarrà fino al 1796, quando vengono soppressi i diritti feudali. Il suo più famoso rappresentante è certamente Ercole Tommaso, che si distinse nella battaglia di Staffarda del 1690, fu governatore di Alba, conquistatore di Asti contro i francesi, governatore di Alessandria, generale d'artiglieria e, infine, vicerè di Sardegna.

APPUNTI PER UNA VISITA

Il castello, completamente restaurato, si presenta come uno dei meglio conservati esempi di architettura militare medioevale della provincia astigiana. Notevole il salone con volte a crociera, con eleganti chiavi in arenaria dalle figure simboliche. Delle due torri originali rimane quella a sud, alta 22 metri e costituita da tre locali sovrapposti e sormontata da sette merli 'ghibellini' a coda di rondine.
La prima di queste stanze è adattata a cappella privata; la seconda ha forma esagonale con volta a spicchi. All'ultimo piano è la stanza detta 'la prigione'. La tradizione vuole che in questo luogo sia nato Emanuele Tesauro, insigne letterato e storico sabaudo. Il centro antico era racchiuso da una propria cinta muraria di cui rimangono tracce nell'edificio a nord in via Diaz, costruito su una muraglia a scarpa con finestre a sesto acuto. Nel centro sorge anche la chiesa dell'Annunziata che, dietro la facciata barocca in cotto, rivela origini del XIV secolo nelle volte gotiche a crociera e a padiglione. La parrocchiale dei SS. Pietro e Giovanni risale al 1600. Pregevole, nel suo interno, il rivestimento delle pareti in legno intarsiato. Alcuni 'crutin', caratteristici infernotti scavati nel tufo per conservarvi il vino, sono veri capolavori di scultura.

IL CASTELLO

Le origini del castello risalgono al X secolo, quando ancora era definito 'Curtis Anseris',ovvero un borgo abitato derivato da un possedimento fondiario di origine longobarda-franca. Nel corso dei secoli ha subito continui passaggi di proprietà,passando dalle mani del Vescovo d'Asti ai Pelletta, agli Scarampi, fino al XVI secolo in cui passò in proprietà ai fratelli Ercole e Tommaso Roero. Questa famiglia ne rimase in possesso sino alla fine dell'Ottocento. Il castello rappresenta un tipico esempio di architettura piemontese del tardo Medioevo, con la pianta trapezioidale. Delle due torri originarie rimane quella a sud, alta 22 metri, costituita da tre locali sovrapposti e sormontata da 7 merli 'ghibellini' a coda di rondine. La prima di queste stanze è adattata a cappella privata, la seconda ha forma esagonale con la volta a spicchi. All'ultimo piano è la stanza detta 'la prigione'. La tradizione vuole che in questo torrione sia nato Emanuele Tesauro, insigne letterato e storico sabaudo. L'attuale proprietà che l'ha avuto in uno stato di totale abbandono lo ha restaurato restituendolo all'originario splendore e lo ha dotato di moderni ed efficienti servizi, aprendolo all'ospitalità e adibendolo a raffinata struttura ricettiva, sede ideale per convention, presentazioni, mostre, concerti, eventi di Pubbliche Relazioni. Notevole -tra i locali- il salone con volte a crociera, con eleganti chiavi in arenaria dalle figure simboliche. L'intero palazzo è circondato da un parco, impostato nella seconda metà del XIX secolo.







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